UKCAUKCA

Negli ultimi anni, le aziende italiane che esportano prodotti nel Regno Unito hanno dovuto affrontare un cambiamento significativo a livello normativo: l’introduzione della marcatura UKCA (UK Conformity Assessed). Questo nuovo requisito ha sostituito il marchio CE per i prodotti destinati al mercato britannico, rendendo necessaria una piena comprensione delle sue implicazioni.

L’origine della marcatura UKCA

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha determinato la necessità di stabilire una regolamentazione autonoma in materia di conformità dei prodotti. Fino alla Brexit, i prodotti venduti nel Regno Unito potevano essere contrassegnati con il marchio CE, che attestava il rispetto delle direttive europee. Tuttavia, con l’indipendenza normativa acquisita, il governo britannico ha introdotto la marcatura UKCA, la quale certifica la conformità ai requisiti di sicurezza britannici.

Quali aziende devono adeguarsi?

La marcatura UKCA riguarda tutte le imprese che esportano prodotti nel Regno Unito e che, in precedenza, erano soggette alla normativa CE. Questo include settori come:

  • Elettronica e apparecchiature elettriche
  • Macchinari industriali
  • Dispositivi medici
  • Costruzioni e materiali edili
  • Strumenti di misura

Le aziende italiane che desiderano mantenere le proprie quote di mercato nel Regno Unito devono adeguarsi alla nuova regolamentazione per evitare blocchi alle importazioni e sanzioni.

Le principali differenze tra UKCA e CE

Anche se la marcatura UKCA è molto simile a quella CE, presenta alcune differenze fondamentali che le aziende devono tenere in considerazione:

  • Ambito di applicazione: il marchio UKCA si applica solo ai prodotti venduti in Gran Bretagna (Inghilterra, Scozia e Galles), mentre il marchio CE continua a essere valido per l’Irlanda del Nord.
  • Organismi notificati: se in precedenza un’azienda utilizzava un ente di certificazione europeo per ottenere la marcatura CE, ora deve affidarsi a un organismo di certificazione riconosciuto dal Regno Unito.
  • Normative tecniche: alcune specifiche tecniche potrebbero differire rispetto agli standard europei, richiedendo verifiche aggiuntive.
  • Documentazione: le aziende devono preparare una dichiarazione di conformità UKCA e garantire che tutta la documentazione tecnica sia conforme alle nuove normative.

Il processo di marcatura UKCA

Le aziende devono seguire un processo ben definito per ottenere la marcatura UKCA e immettere legalmente i loro prodotti nel mercato britannico. Le fasi principali includono:

  1. Identificare le normative applicabili: determinare se il prodotto rientra nelle categorie soggette alla marcatura UKCA.
  2. Effettuare i test di conformità: verificare che il prodotto rispetti i requisiti tecnici britannici.
  3. Coinvolgere un organismo approvato (se necessario): se la legislazione lo prevede, occorre ottenere la certificazione da un ente riconosciuto dal Regno Unito.
  4. Preparare la documentazione: creare una dichiarazione di conformità UKCA e mantenere tutta la documentazione tecnica richiesta.
  5. Apporre la marcatura UKCA: una volta verificata la conformità, il marchio UKCA può essere applicato sul prodotto o sulla sua confezione.

Le scadenze e le proroghe previste dal governo britannico

Inizialmente, la marcatura UKCA sarebbe dovuta diventare obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2022, ma il governo britannico ha concesso diverse proroghe per agevolare l’adattamento delle imprese. Attualmente, i prodotti con marchio CE possono ancora essere commercializzati nel Regno Unito, ma è consigliabile per le aziende italiane iniziare quanto prima il processo di adeguamento per evitare sorprese future.

Impatti per le aziende italiane

L’introduzione della marcatura UKCA ha avuto un impatto significativo sulle imprese italiane che esportano verso il Regno Unito. Alcuni dei principali effetti includono:

  • Costi aggiuntivi: le aziende potrebbero dover sostenere spese per nuove certificazioni, test di conformità e adeguamento della documentazione.
  • Maggiore complessità burocratica: rispetto al passato, il processo di certificazione richiede ulteriori passaggi amministrativi.
  • Possibili ritardi nella supply chain: le aziende che non si adeguano in tempo potrebbero subire ritardi nelle spedizioni o blocchi doganali.
  • Necessità di una strategia commerciale aggiornata: alcune imprese potrebbero valutare la creazione di sedi locali nel Regno Unito per semplificare la gestione normativa.

Conclusioni

La marcatura UKCA rappresenta una sfida per le aziende italiane che operano nel mercato britannico, ma anche un’opportunità per rafforzare la conformità dei propri prodotti e garantire un accesso continuo ai clienti d’oltremanica. Sebbene le proroghe abbiano concesso tempo extra per l’adeguamento, le imprese non dovrebbero rimandare troppo a lungo il processo di certificazione, al fine di evitare complicazioni future.

Affidarsi a consulenti esperti, enti di certificazione accreditati e adottare una pianificazione strategica può facilitare la transizione e assicurare la continuità operativa nel Regno Unito.

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